Si cerca pian piano di tornare alle belle e vecchie abitudini, ed una di queste e’ festeggiare i nostri compleanni in montagna con gli amici, abbinando un po’ di fatica con del buon cibo ed un buon bere.
Ma quest’anno e’ particolare, ognuno ha vissuto a modo suo questa pandemia, ed ha ancora chiaro nella mente le sofferenze, le rinunce, gli isolamenti, ed i rischi che non sono certamente e completamente cessati.
Ma si sono accumulati ben 4 compleanni (rimandati) da festeggiare, in ordine cronologico: Roberto, Francesco, Barba e Paolo.
Decisione presa, si va in rifugio ma per evitare di “toccare troppo in giro” e situazioni promisque, rifugio in auto-gestione, dove poter pranzare all’ aperto con una bella grigliata di carne, beveraggi adeguati e dolci.
Il rifugio ci serve da base di appoggio, per l’acqua, per eventuali stoviglie mancanti, ma porteremo quasi tutto da casa ( a parte la caffettiera, certi di tovarla in loco).
Tante le idee, si vuole fare un po’ di fatica, ma un posto esclusivo, prese le dovute informazioni la scelta ricade sul rifugio Afata, in testa alla Val Cramosino e di proprieta’ del Patriziato di Giornico, ben conosciuto al gruppo.
Troverete alle due nostre relazioni in Hikr, la prima e piuttosto folle sotto una abbondante pioggia, quindi ci sentiamo sicuri, nonostante il percorso sia un bel T3+
Partenza da Orsino, poco dopo le baite si trova una slargo sulla sinistra dove si parcheggia, e si sale verso le ultime baite di Orsino, qui si trovano le prime indicazioni per Afata.
Cito da wikipedia:
Accessi
Sono due le vie principali per raggiungerlo, la prima sale da Giornico (400 m) ed entra nella valle Cramosino, a meta’ vallata si sposta a sinistra raggiungendo la dorsale aperta sulla valle Leventina, il percorso e’ praticabile in circa 5 ore.
Leggermente piu’ breve (poco meno di 3h) ma ancora piu’ ripida quella che sale da Altirolo (frazione posta a nord ovest di Giornico), essa sale praticamente in linea retta, da prima supera lo sperone di roccia che porta alla frazione di Orsino (780 m), localita’ raggiungibile anche con la macchina, poi in un bosco di conifere fino alla meta.
La via di salita e’ ripida, anzi piu’ che ripida, in poco piu’ di 2Km si devono guadagnare 900mt … lascio immaginare.
Dopo 10min dal parcheggio c’e’ un guado, semplice se e’ un periodo scarso di pioggia, impegnativo al contrario (la massimo ci si toglie gli scarponi e si guada).
Noi attraversiamo senza difficolta’ ed iniziamo la lunga ed ininterrotta salita.
Non ve la racconto tutta nei dettagli, potete fare rifermento alle due precedenti relazioni, qui e qui.
Solo un commento: visto le pendenze i miei tempi di salita sono gia’ dilatati, poi in questa giornata afosa e umida il caldo in salita mi ha proprio stroncato, ma non sono stato il solo a patire.
Morale della ci metto ben 2:45 (come le altre volte del resto), ben 45min dal gruppo dei primi arrivati a cui abbiamo assegnato i compiti di iniziare a preparare.
Arrivo con lui in capanna poco prima delle 11:00, all’esterno gia’ due fuochi ardono per preparare le griglie, hanno dovuto scavare con la pala e posizionare le pietre per realizzare la postazione-griglia. Anche le griglie le abbiamo portare da casa, ben due, la piu’ grande l’abbiamo lasciata in rifugio per chi volesse utilizzarla in futuro.
Uno dei punti favorevoli all’Afata, nella selezione del rifugio, e’ la presenza di un gran bel tavolo in pietra all’esterno, dove pranzeremo all’ombra di due ombrelloni sempre disponibili in loco.
Negli zaini oltre a 8 bottiglie di vino (4+4), di cui un Magnum, carne (33 costine e 16 salamelle), tiramisu’ e nuvola (dolce tipico di Como), altre ad un salame e sott’aceti per aperitivo nell’attesa della griglia.
Alle 12:00 siamo gia’ operativi con l’antipasto, poi salamelle, a seguire le costine, infine con calma i dolci tutto meravigliosamente innaffiato di rosso e bianco di qualita’.
Abbiamo commesso un errore, sicuri di trovare la caffettiera in loco abbiamo portato caffe’ e zucchero, ma purtroppo non c’e’ … Angelo e Gimmy si inventano un caffe’ filtrato facendo bollire l’acqua con il caffe’ e poi flitrando, ma la moka e’ un altra cosa.
Comunque, la grappa e lo sviluppino non mancano ad accompagnare questo caffe’ inventato 🙂
Pulizie in capanna per il poco che abbiamo toccato (dimenticavo di dire che abbiamo portato con noi anche la candeggina per disinfettare), spegniamo adeguatamente le braci, ed alle 15:00 iniziamo la discesa che sappiamo che essere lunga e da fare con molta attenzione, pendenze, cengette e tratti esposti meritano cautela.
Infatti la discesa ci impegna per ben 2h, con qualche breve sosta sul percorso, una piu’ lunga al guado per rinfrescarci.
Tutto sommato e’ uscita una giornata perfetta, fatica giusta, tanta buona roba da consumare, tanta allegria ed amicizia, condivisa in ambiente magnifico e selvaggio !