ESC 384 | Cimetta dell’ Acqua
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCimetta dell’ Acqua Q1686
05 Marzo 2021 – ( 384 )
Parcheggio sotto Prennaro Dosso del Liro Q990 – Prennaro Q1012 – Sortaiolo Q1119 – Piaghedo Q1339 – Monte di Piaghedo Q1454 – Cimetta dell’ Acqua Q1686 – Monte di Piaghedo Q1454 – Piaghedo Q1339 (pranzo) – La Motta Q1358 – Sortaiolo Q1119 – Prennaro Q1012 – Parcheggio Q990
PARTENZA | Parcheggio poco sotto Prennaro - Dosso del Liro (CO) | 990mt |
KM ANDATA | 2,96 km alla cima 4,15 km al pranzo | 2:15 lorde, 10m soste alla Cimetta dell'Acqua 03:30, 50m soste, al pranzo a Paighedo |
KM RITORNO | 1,85 Km | 1:00 lorde, 05m soste |
KM TOTALI | 6,9 Km | 6h:00m totali, 3:30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 750 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 800 mt | Altudine massima 1684 mt |
DIFFICOLTA' | T2 | Sentieri visibili anche se non marcati |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Barba, Roberto |
Come arrivare
Raggiungere Gravedona sul lato Ovest del lago di Como, da Como, da Lecco o dalla Svizzera passando da Porlezza quindi Menaggio. A Gravedona deviazione a sinistra (salendo verso N) per Livo e Dosso del Liro. Seguire la strada fino ad un bivio nei pressi di un tornante, si prosegue diritto per Dosso del Liro, mentre a destra si sale a Livo. Salire fino al paesino di Dosso del Liro, arrivati sotto la chiesa, non la si rsggiunge ma si prosegue sulla via principale che prosegue diritta, indicazioni per un Agriturismo. Proseguire su strada piuttosto stretta e senza barriere in vari punti, si arriva ad un primo agriturismo (indicazione verso destra), si prosegue diritto, la strada diventa cementata e non più asfaltata. Si arriva ad una cappelletta “degli Alpini” si prende a destra (tornante) indicazioni per Agriturismo, proseguendo diritto si va verso la Valle del Dosso (Cardinello, Rifugio Vincino). La strada prosegue ancora cementata poi diventa sterrata ma senza difficoltà. Si passa a fianco di un paio di baite sulla destra ed un alpeggio in alto a sinistra, poco più avanti c’e’ uno slargo dove si parcheggia. A piedi si segue la strada che sale verso Prennaro.
Acqua sul percorso
- Fontana a Prennaro
- Fontana a Piaghedo
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CIASPOLATA CIMETTA DELL’ ACQUA
Escursione breve e infrasettimanale per consumare un giorno di ferie ed in previsione di diventare presto “zona rossa” visto l’andamento epidemico.
Rispondono all’appello il Barba e Roby, bene almeno siamo in tre.
Vista la non chiarezza delle norme, decidiamo di restare nei confini provinciali, quindi torniamo in una zona che ci era molto piaciuta a Dosso del Liro, per fare una parte del costone del Dosso Bello e del Motto Rotondo.
Contattato il comune per sapere se la strada per Prennaro era aperta e pulita (gentilissimi e veloci, non avete idea di quanti comuni non abbiano mai risposto a richieste di questo tipo), arriviamo al parcheggio ed alle 7:45 siamo in cammino con le ciaspole legate allo zaino.
Ci proponiamo di salire il crinale, con “minimo sindacale” a Q1689: la Cimetta dell’Acqua e lì decidere se proseguire.
Saliamo a Prennaro, ed iniziamo la ripida rampa per Sortaiolo (baite), quindi la ancora più ripida per salire il fianco della Motta ed arrivare al magnifico nucleo di baite di Prennaro.
Ricordavo che era bello, poco sopra una sella ed in posizione molto panoramica, ma sarà il cielo blu, sarà la neve che ricopre quasi ogni cosa, ma il paesaggio è ancora più bello.
Non ci fermiamo e proseguiamo, ora la salita si fa più dura, le ciaspole ancora non servono anche se bisogna camminare con attenzione tra neve crostata e ghiacciata e qualche prato con paglione scivoloso.
Barba è sempre avanti seguito da Roberto, io arranco la forma fisica è andata a farsi benedire in questo periodo. Troppo lavoro sedentario da casa e mancanza di movimento hanno azzerato quel pò di allenamento che avevo guadagnato fino al pre-covid.
Poco dopo le 10, una ventina di minuti da Roccia-Speedy Gozales Barba, e subito dopo da Roby, arrivo sulla Cimetta dell’Acqua.
Pausa per bere e riposare un pò. Si sta benissimo il sole scalda, non c’e’ vento e paesaggi a 360°.
In basso verso il lago c’è foschia, ma le cime tutt’attorno splendono nel blu intenso, giornata da incorniciare.
Spiccano il Cardinello, il Toresella, la Gana Rossa, Punta di Valstorna, il crinale Bregagnino-Pizzo di Gino, poi a nord il Sasso Canale e le cime della Valtellina, di fronte l’inconfondibile sagoma del Legnone, le Grigne e poi giù fino al S.Primo ed i Corni.
Scrutiamo il crinale che impenna (letteralmente) verso il Dosso Bello, circa 300mt di rampa ripida ed innevata.
Ci confrontiamo e decidiamo che per oggi basta così, meglio godersi questa libertà, quindi chi con le ciaspole e chi con ramponcini iniziamo la discesa verso Piaghedo dove abbiamo deciso di pranzare.
In meno di mezz’ora siamo a Piaghedo, troviamo una terrazza ben esposta al sole e ci accampiamo, questo è godersi la vita!
Pranziamo e dopo un’ora e mezza di assoluto cazzeggio scendiamo, decidiamo per un ultimo sforzo, non scendiamo diretti a Prennaro ma risaliamo la Motta dove ancora godiamo di panorami in ogni direzione, c’è un ometto anzi un omone di sassi ben più alto di me.
Sempre sulla neve scendiamo verso l’auto per intercettare il sentiero della mattina poco sopra Sortaiolo, quindi di nuovo a Prennaro ed al parcheggio prima delle 14:00.
CIASPOLATA Cimetta dell’ Acqua Q1686
PROFILO ALTIMETRICO CIMETTA DELL’ ACQUA Q1684
ESC 385 | Cornizzolo dalla Direttissima
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminMonte Cornizzolo – direttissima e ritorno con anello Q1241
14 Marzo 2021 – ( 385 )
Parcheggio Suello Q300 – Priel Q472 – Prà Piot Q1000 – Bivio Suello-Civate Q1050 – Monte Cornizzolo Q1241 – Rifugio Marisa Consigliere Q110 – Bivio Suello-Civate Q1050 – Priel Q472 – Parcheggio Suello Q300
PARTENZA | Parcheggio lungo la strada Cusino-Malè (CO) | 990mt |
KM ANDATA | 2,7 km alla cima 4,7 km al pranzo | 02:05 di orologio, 01:55 nette, 10m soste alla cima 03:30 di orologio, 03:00 nette, 30m di soste al pranzo |
KM RITORNO | 1,5 Km | 1:10 di orologio, 01:05 nette, 5m di sosta |
KM TOTALI | 6,4 Km | 5h:45m totali, 3:30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 575 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 600 mt | Altudine massima 1564 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri visibili non in cresta Non è stato possibile proseguire verso il Pizzone |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Barba, Roberto |
Come arrivare
Raggiungere Suello, da Como verso Erba quindi Pusiano Suello o da Lecco. A Suello salire in paese, prendere una via a sinistra poco dopo la chiesa e salire in direzione del cimitero. Qui si può già parcheggiare se non si trova posto più in alto. Proseguire in salita tenendo la destra dove si trovano pochi parcheggi e l’attacco della direttissima.
Acqua sul percorso
- Non c’e’ acqua sul percorso
- Punto di appoggio al Rifugio Consiglieri (se aperto)
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CORNIZZOLO DALLA DIRETTISIMA
Sabato sera ricevo un whatsapp dal Barba
“visto che da lunedì siamo rossi, che ne dici domani mattina di fare il Palanzone dalla scala di legno?”
Bella idea, giro il messaggio al gruppo sapendo già che con così poco preavviso si saranno già presi altri impegni.
Gimmy è disponibile, felice di tornare a camminare dopo parecchi mesi di astinenza.
La prima sopresa la troviamo al mattino, ha piovuto tutta la notte, ed ancora pioviggina.
In auto tutti e tre ne discutiamo subito, non si può fare la scala di legno se bagnata!
Comunque ci dirigiamo in direzione Erba, pensando e ripensando cosa poter fare.
Ci vengono in mente alcuni percorsi “da covid” di turistalpi, al Bolettone o Palanzone ma da sentieri nuovi per noi, non sono troppo documentato non saprei nemmeno da dove partire.
Propongo il Cornizzolo, e da un lato nuovo per me e per Gimmy, la direttissima.
Barba vi è appena salito il 24 Gennaio, ma accoglie favorevolmente l’idea, a gennaio era ancora innevato.
Io invece non so bene di cosa sto parlando, la parola direttissima mi risuona nei polmoni che sospettano di non farcela, le ultime escursioni ero affaticato con dislivelli piuttosto scarsi, e qui non so bene di cosa stiamo parlando.
Parcheggio a Suello, sono solo le 7.00 e troviamo libero proprio all’attacco del percorso.
Si parte subito ripidi su un primo tratto asfaltato e qui il primo cartello 900mt di dislivello alla cima …
Accidenti a me
Poi inizia il sentiero, prima scale cementate, due ponticelli di legno (unico tratti in piano) e poi sù fino a Priel, punto panoramico dove finisce la via crucis che coincide con il primo tratto già ripido del percorso.
A Priel Q480 proseguiamo senza fermarci, l’instancabile Barba avanti, dietro Gimmy ed io che chiudo la fila.
Vanno avanti ed ogni tanto si fermano ad aspettarmi.
Il sentiero fa onore al suo nome è veramente ripido, diretto, anzi quando ci sono piccoli tornanti c’e’ la variante direttissima che li taglia.
Il Barba non ne perde una di queste varianti, se deve essere direttissima … deve essere così.
Si fatica certo ma si sale anche, passo dopo passo, io con passi corti per preservare fiato.
Dopo un lungo tratto nel bosco a circa Q800 si sbuca e vediamo la cima del Cornizzolo che spicca davanti a noi.
Nota positiva, è uscita un bel sole ma anche un bel venticello gelido che ha pulito il cielo offrendo una vista a dir poco spettacolare.
Il sentiero si fa un pò meno ripiso, sin dall’inizio ad ogni 100mt di dislivello c’è un cartello indicatore, questo anche perchè su questo percorso si corre la “Vertical race del Cornizzolo”, mi aiuta a tenere il morale alto.
La corsa parte in basso al paese di Suello, per toccare i 1000mt di dislivello, non trovato in rete i risultati di tutte le edizioni, ma nel 2013 vince un portacolori della forestale con 33m41s e tra le donne 45m56s
Il sentiero ora raggiunge la strada asfalta a Q1095, qui si può deviare a destra verso il rifugio Consigliere e salire al Cornizzolo dalla classica, oppure continuare la “vertical”.
Attraversato l’asfalto sù diritti.
Non sono scoppiato, e questo mi fa felice, proseguo lento ma tranquillo ed in 2:10 con circa 10m di brevi soste, sono arrivato alla croce del Cornizzolo.
Sono molto felice, chi mi conosce sa che le pendenze mi stroncano, e farsi 950mt in poco più di 2km non è da Giorgio.
Ci copriamo, fa molto freddo, quindi il tempo di riposare, fare un pò di foto ed ammirare paesaggi che spingono lontanissimo, per poi ripartire.
A proposito di paesaggi, ha nevicato e non poco, a nord le cime del lago, dal Bregagno verso il Pizzo di Gino, il S.Primo, il Legnone, le Grigne, ma molto bello vedere Milano e lo sky-line dei sui grattacieli.
Scendiamo rapidi verso il Rifugio Consigliere per una sosta al riparo dal vento.
20 minuti di sosta al rifugio per consumare un pò di frutta secca, il caffè (ed immancabile ammazzacaffè).
Studiamo un percorso di ritorno a Suello che ci permette di scoprire un altro sentiero, quindi alla strada scendiamo per un breve tratto sullo stesso sentiero della mattina, poi arrivati ad un bivio, lasciamo a sinistra la direttissima per tenere la destra continuando a scendere il costone.
Il sentiero è sempre ben visibile, con questo percorso si scende anche a S.Pietro al Monte.
La discesa si fa più decisa, sempre su prato (paglione al momento), per poi infilarsi nel bosco, molto ripida e con alcuni tratti dove scavalla pareti di roccia.
A Q620 troviamo il bivio che cercavamo, a sinistra S.Pietro al Monte e Civate a destra Priel (il punto panoramico) e Suello.
Lungo traverso che torna nella direzione giusta, qualche tratto ripido, un passaggio protetto in una gola (secca), quindi ancora in piano fino a Priel.
Arriviamo al poggiolo dove termina la via Crucis, c’e’ gente stiamo ben distanziati, quando si libera andiamo a vedere la visuale, merita la sosta.
Dopo un breve riposo, di nuovo giù ripido, poi i ponticelli e la scala cementata, alle 11:35 al parcheggio, tutto perfetto.
CORNIZZOLO DALLA DIRETTISSIMA
PROFILO ALTIMETRICO CORNIZZOLO dalla DIRETTISSIMA
ESC 382 | Ciaspolata al Monte Cucco
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCiaspolata al Monte Cucco 1624mt
14 Febbraio 2021 – ( 382 )
Parcheggio Seghebbia Q1111 – Alpe Colmine Q1483 – Bocchetta di San Bernardo Q1586 – Colmo di San Bernardo Q1616 – Colle Q1505 – Monte Cucco Q1624 – Alpe Colmine Q1483 – Seghebbia
PARTENZA | Parcheggio Piazzetta di Seghebbia, Comune di Val rezzo (CO) | 1111mt |
KM ANDATA | 6,2 km alla cima | 03:30 di orologio 03:00 nette 30m soste |
KM RITORNO | ||
KM TOTALI | 6,2 Km | 03:30 di orologio 03:00 nette 30m soste |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 500 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 550 mt | Altudine massima 1624 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri ben segnalati e pista battuta fino Alpe Colmine |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 2 | Giorgio, Barba |
Ciaspolata al Monte Crocione: come arrivare
Da Porlezza, raggiungibile dalla Svizzera, da Como via Menaggio o dalla Val d’Intelvi, salire i Val Rezzo.
Raggiunto il paesino di Buggiolo tenere la sinistra per Seghebbia, dove finisce la strada in una piccola piazzetta.
Parcheggi se disponibili e sgombri da neve nella piazzetta, o all’inizio del paese al cimitero.
Il sentiero è segnalato e parte della piazzetta
Acqua sul percorso
- Lavatoio a Seghebbia
- Fontana lungo il sentiero a Q1200 circa
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CIASPOLATA AL MONTE CUCCO 1624MT
Rieccomi in pista anzi sulla pista.
Dopo un lungo periodo ritorno con tanta voglia a camminare, ma quanta fatica riprendere.
Visto che non possiamo sconfinare, pare che ritornando in patria si può essere segnalati e messi in quarantena, si va un regione, anzi in provincia.
Non mi sento di fare una camminata troppo lunga, sono fuori allenamento, inoltre il pericolo slavine è piuttosto alto, serve qualcosa di sicuro.
Voglio evitare luoghi affollati, i classici delle ciaspole, e penso a qualcosa di già fatto senza neve e adatto alla nostra passeggiata.
Saremo solo in due del gruppo, io ed l’infaticabile Barba, gli altri per motivi diversi sono bloccati.
Eccoci quindi poco dopo le sette di mattina a Seghebbia, ultimo centro abitato in alto alla Val Rezzo, poco sopra (a Buggiolo) c’e’ la classica salita per il S.Lucio ed il Garzirola, scendendo il passo della Cava si entra nella bella Cavargna, un paradiso di cime.
Restiamo a noi, parcheggiamo nella piazzetta del paesino, che dorme silenzionso, accumuli di neve al parcheggio ed un freddo cane.
Partiamo con -6°C con le ciaspole nello zaino, salendo le viuzze del paese, molto ghiacciate e scivolose.
Saliamo con calma scaldandoci con il movimento, mentre il sole iniza a far capolino, la giornata si presenta stupenda, come da previsioni.
Con alcuni tornanti guadagniamo quota fino all’acquedotto dove iniza una sterrata che porta all’Alpe Colmine, la nostra prima tappa.
Attorno Q1200 mettiamo le ciaspole, si iniza ad affondare, e proseguiamo nel bosco di faggi, tutti ricoperti da una crosta ghiacciata, stupendo.
Dopo poco più di un’ora raggiungiamo l’alpe, finisce il bosco ora è tutta neve in gran parte intonsa, ed in parte solcata dalle scie delle motoslitte.
Sul tetto dell’ alpeggio c’e’ un bel metro di neve pressata a strati, ci consultiamo sul cosa fare con Luciano, puntiamo alla Bocchetta di S.Bernardo, dove iniza la salita alla Foiorina e lì decidiamo.
Inizia un lungo traverso, sfruttiamo per brevi tratti le piste delle motoslitte, ma la neve è in gran parte da battere, io non ne ho il fiato ed il buon Barba batte tutto da solo, anzi quando mi stacca troppo si ferma ad attendermi.
Per timore di smuovere i pendii a sud, puntiamo alla cresta, ed alle 9:20 siamo alla Bocchetta di S.Bernardo.
Sarebbe bello salire alla Foirina da qui, dal percorso estivo, ma non c’e’ traccia battuta e non si vede il sentiero, quindi ripieghiamo a fare tutta la cresta fino al Monte Cucco 1623mt (era il minimo sindacale previsto per oggi).
E’ un del sù-e-giù a cavallo tra Val Colla, val Rezzo e Val Cavargna, con panorami infiniti grazie ad una giornata limpidissima.
Il freddo è pungente, tremendo, appena togli i guanti perdi sensibilità nelle mani, in queste condizioni dove faremo la pausa pranzo?
Al Monte Cucco pensiamo di allungare al S.Lucio e pranzare alla chiesetta al coperto, ma vedendo scie di formichine che salgono cambiamo idea, svoltiamo indietro e torniamo all’Alpe Colmine dove siamo soli e nella neve immacolata.
Sono solo le 10:00 non c’è modo di farsi spazio nella neve, quindi riposiamo 20min e propongo al Barba di tornare all’auto e scendere al Lago del Piano a pranzare, almeno saremo un pò più al caldo.
Detto fatto, scendiamo abbastanza veloci, in discesa non devo fare conto il fiato, ed incontriamo ben sette persone che salgono sul nostro percorso verso l’Alpe Colmine.
Prima delle 11:00 siamo al parcheggio, temperatura più gradevole anche se -2°C.
Ci cambiamo con calma e sempre con calma scendiamo con l’auto al Lago del Piano dove ci sono panchine e tavolini.
La temperatura è di poco sopra lo zero, ma si sta bene senza guanti, non c’e’ aria tutto è tranquillo come il lago.
Pranziamo con i nostri panini, la frutta, caffè e ammazza-caffè, poi arriva un’arietta gelida e ci si deve corpire, resistiamo ancora un pò, ma oggi di freddo ne abbiamo preso abbastanza, torniamo a casa.
Rientro alle 14:00, mai successo prima.
Speriamo che sia il “segno di inizio”, la voglia è tanta (troppa) ma il fisico è stato seduto troppo tempo, ed inevitabilmente resterà ancora seduto per parecchi mesi.
Beh … alla prossima, spero presto e con qualcuno in più.
CIASPOLATA AL MONTE CUCCO 1624MT
PROFILO ALTIMETRICO CIASPOLATA MONTE CUCCO
ESC 381 | Ciaspolata al Monte Crocione
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCiaspolata al Monte Crocione 1491mt
08 Gennaio 2021 – ( 381 )
Parcheggio La Bolla Q1050 – Capanna Bruno Q1179 – Bocchetta Crocette Q1330 – Le Crocette Q1347 – Pizzo della Croce o Crocione Q1491 – Capanno Impianti sci Q1470 – Parcheggio La Bolla Q1050 (via discesa diretta)
PARTENZA | Parcheggio Cascina La Bolla Casasco Intelvi (CO) | 1050mt |
KM ANDATA | 6,2 km alla cima | 02:50 di orologio 02:30 nette 20m soste |
KM RITORNO | ||
KM TOTALI | 6,2 Km | 02:50 di orologio 02:30 nette 20m soste |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 450 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 500 mt | Altudine massima 1491 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri ben segnalati e pista battuta |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Roberto, Barba |
Ciaspolata al Monte Crocione: come arrivare
Per la ciaspolata al Monte Crocione, bisogna raggiungere San Fedele Intelvi da Argegno o da Porlezza.
Seguire per Erbonne / Casasco.
A Casasco deviazione a destra per Orimento/La Bolla.
Seguire la strada fino alla fine, si trova in un pianoro con alcune baite e stalle, parcheggio vicino al Ristorante La Bolla
Acqua sul percorso
- Non c’è acqua sul percorso: rifornirsi di acqua prima di partire
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Per inaugurare il 2021, abbiamo fatto una bella ciaspolata al Monte Crocione. Si tratta di un’escursione breve, ma molto bella ed intensa. In questo periodo di restrizioni, bisogna cogliere al volo ogni apertura, quindi abbiamo iniziato a programmare questa ciaspolata al Monte Crocione già ad inizio settimana.
Nella scelta bisogna considerare di restare in regione, possibilmente vicino a casa e soprattutto aproffittare di questa stupenda neve.
Propongo di rispolverare una vecchia racchettata mia e di Roberto, di gennaio 2009 (quanto tempo!).
Il ricordo è certamente lontano ma piacevole, tanto che ci siamo ritornati nel 2010 partendo dal versante opposto.
Saremo in tre: il Barba, Giorgio e Roby.
La partenza per la ciaspolata al Monte Crocione
Partiamo dalla Località La Bolla a Casasco Intelvi Q1050, alle 08:00, meno di una decina di auto al parcheggio, oggi è giorno feriale.
Risaliamo lungo la strada per 1Km con le ciaspole in mano, fino alla Capanna Bruno, noto ristoro della zona e fine della strada asfaltata e pulita.
Calziamo subito le ciaspole ed iniziamo la salita. Troviamo il percorso ben pistato difficoltà praticamente nulle.
La giornata si presenta splendida, cielo terso, visibilità incredibile e niente vento. Se aggiungi una neve soffice la giornata è praticamente perfetta.
Primi 100mt di dislivello sul costone sopra il ristoro, dove a destra c’erano alcuni degli impianti di risalita.
La storia della stazione sciistica
Negli anni ’60-’70 iniziò la storia di questa stazione sciistica, che all’epoca aveva 5 impianti di risalita (3 skilift e 2 manovie) che servivano una ventina di km di piste. Insomma era un vero e proprio piccolo comprensorio, con uno sviluppo tra i 1100 e i 1500 metri della Val d’Intelvi, con stupenda vista sul monte Generoso e sul lago di Como.
Alla fine degli ann ’80 vennero chiusi lo skilift e la manovia nella zona Alpe Gande-Orimento, negli anni ’90 chiuse uno dei due skilift che dalla Cascina Bolla (dove si trovava la biglietteria) saliva al Crocione.
Nel 2004 chiuse anche l’altro skilift, mentre nel 2005 fu il turno della manovia.
Comunque questi ultimi due impianti furono aperti per pochi giorni a partire dal 1995, e fu così che il declino degli impianti del Crocione si trasformò in chiusura.
Il percorso della ciaspolata al Monte Crocione
Raggiunta Q1210, si potrebbe salire in verticale lungo il bosco fino alla cresta, ma la nostra traccia devia a sinistra ed inizia un percorso di 1,6Km gran parte nel bosco ed in ultimo all’aperto che porta alla bocchetta a Q1330.
È un traverso stupendo, lo ricordavo bello, ma la neve fresca e l’atmosfera rendono la nostra ciaspolata al Monte Crocione davvvero magica!
Arriviamo in boccheta, a destra inizia la lunga cresta per il Crocione, ma a sinistra c’è una croce posta in punto panoramico a Q1347, ovviamente puntiamo a questa breve tappa.
La croce domina verso S, siamo proprio di fronte al Sasso Gordona e la lunga dorsale che porta al Bisbino, devo dire meraviglioso.
Dopo poco più di 5min giriamo i tacchi, siamo a -5°C e star fermi fa freddino, quindi alle 09:10 prendiamo la dorsale che in 35m ci porta alla croce di vetta del Crocione (o Pizzo della croce).
In vetta un monumento in sasso, la bella croce che guarda il lago ed un tricolore che sbandiera alla fresca brezza lacustre.
Troviamo due skyalper e più tardi un escursionista.
Paesaggio a 360°, vista sul lago di Como verso NE, con Lenno la penisola di Balbianello, il S.Primo, le Grigne ed il Legnone.
Di fronte a noi le tre cime del Generoso, verso N il Ceresio a Porlezza, le cime della Val Solda e dietro la stupenda bastionata dal Bregagno al Pizzo di Gino.
Ovviamente tutto bianco, fino a quote molto basse, una meraviglia.
Foto di rito, ma sono solo le 10:00 e fa freddo, quindi come da programma discesa verso Orimento.
Discesa in parte sulla pista battuta ed in parte nella neve fresca, troppo bello!
Arrivati a Q1380 proprio sopra Orimento, invece di scendere all’Alpe decidiamo per una variante al piano originale.
Avevamo pensato di arrivare ad Orimento e ritornare in parte su strada al parcheggio della Bolla, ma la neve è troppo bella e allora discesa ripida e diretta che con un traverso ci porta vicini al parcheggio.
È un godimento unico, la difficoltà ed il piacere è nello stare in neve fresca, dove sono passati i tanti sci-alpinisti troviamo lo strato di neve precedente e ghiacciato dove si scivola, ma stando nel manto fresco si scende in sicurezza anche se le pendenze sono di tutto rispetto.
Cerchiamo di allungare il giro ed il piacere il più possibile, ma alle 10:50 arriviamo al parcheggio, ora ci sono una cinquantina di auto.
Chiudiamo qui questa bellissimo giro, breve certamente, il giusto per riprendere dopo tanto tempo di inatttività e soprattutto ricco di paesaggi e panorami da favola.
Ci spostiamo in auto al sole verso Orimento per pranzare al sole godendoci questi ultimi momenti della giornata assieme.
Arriviamo a casa alle 13:30, mai così presto e dopo uno stop a S.Fedele per un caffè (la mancanza di Gimmy si sente…).
Alla prossima “apertura”, e speriamo presto, idee ne abbiamo tante e questa ciaspolata al Monte Crocione è solo l’inizio.

ESC 333 | Cima Fojorina e Torrione Valsolda
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCima Fojorina 1810mt e Torrione Val Solda 1805mt
31 Marzo 2019 – ( 333 )
Parcheggio Seghebbia Q1110 – Alpe Colmine Q1483 – Bocchetta San Bernardo Q1586 – Bivio per Bocchetta Regagno Q1650 – Passo di Fojorina Q1688 – Cima di Fojorina Q1810 – Torrione Val Solda Q1805 – Passo Fojorina Q1688 – Bivio per Bocchetta Regagno Q1650 – Bocchetta Regagno Q1659 – Alpe Fiorina Q1348 (pranzo) – Pralungo Q1116 – Alpe Pramarzio Q1061 – Seghebbia Q1110
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Monti di Ravecchia CH | 973 mt |
KM ANDATA | 5,3 Km | 2:40m lorde / di orologio, 15m soste |
KM RITORNO | 2,2 Km | 1:00m lorde / di orologio, 05m soste |
KM TOTALI | 7,5 Km | 07h : 00m lorde / di orologio 04h : 30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 530 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 640 mt | Max altitudine: 1509mt |
DIFFICOLTA' | T | Sentieri segnalati bene |
COPERTURA CELLULARE | Buona | |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | SI | |
PARTECIPANTI | 7 | Giorgio, Paolo, Gimmy, Barba, Roberto, Angelo, Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Bellinzona Sud / Locarno.
All’ uscita tenere la destra in direzione di Bellinzona, alla seconda rotornda prendere la prima uscita, indicazioni per la Val Morobbia.
Si risale la valle fino a Paudo, poco dopo l’uscita del paese c’e’ una strada che sale a sinistra, indicazioni per i Monti di Ravecchia,
Si segue la strada fin dove finisce, ci sono buone possibilità di parcheggio.
Acqua sul percorso
- Fontane a Piano Dolce (chiuse in questo periodo)
- Acqua aperta in capanna (attenzione alle date di apertura della capanna)
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E’ una bella citazione di Abramo Lincoln, e non è caso, visto che proprio ieri sera ci siamo ritrovati a festeggiare (con 4 giorni di anticipo) il compleanno di Roberto, E NON un numero qualsiasi …
Oggi ci tocca programmare un’escursione con vincoli di tempo, ritorno a casa entro le 17:30, e peggio ancora il cambio orario, improponobile la sveglia anticipata.
Quando il viaggio in auto deve essere corto, il percorso anche, ma si vuol godere di panorami e perchè no anche di qualche soddisfazione, la Val Solda è sempre una certezza.
Torno volentieri a rifare la Fojorina ed il Torrione, ma con un anello diverso, anche se il punto di partenza è Seghebbia, in Val Rezzo, laterale E della Val Solda.
Parcheggiamo nella piazzetta silenziosa di Seghebbia 1110mt, e alle 07:50 siamo in cammino sul sentiero 3-barrato che porta verso il S.Lucio.
Seghebbia è un paesino che con Buggiolo si trova nella testata della Val Rezzo, poco sotto il Passo della Cava che scavalla in Val Cavargna.
Risaliamo il costone che dall’ Alpe Colmine, sotto il Monte Cucco, scende fino a Seghebbia, il sentiero è bello largo, e nella parte alta scopriamo che stanno realizzando una strada che scende dall’ Alpe Colmine fino all’ acquedotto.
Imboccata la strada la seguiamo anche se fa qualche tornante in più del sentiero. Arriviamo all’ Alpe Colmine, da dove vediamo con chiarezza la brillante nuova croce della Fojorina, del percorso per raggiungerla, invaso dalla neve su tutto il versante svizzero verso N.
Seguiamo il largo sentiero che passa poco sotto il Monte Cucco, e raggiungiamo la bocchetta di S.Bernardo, dove iniziamo a pestare neve.
La via è ben battuta ma su neve pressata e ghiaccio nei punti più in ombra, in ogni caso si sale abbastanza bene anche senza i ramponcini che restano nello zaino.
A 1650mt troviamo la palina che non indica la bocchetta di Regagno, da dove si scende in Val Solda, ma Alpe Fiorina e Passo Stretto, ma rimandiamo questa storia a più tardi.
Proseguiamo e alle 09:55 metto i piedi sulla Cima di Fojorina Q1809/1810, con una bella croce metallica che ha sostituito una vecchia e piccola croce in legno.
Non c’e’ vento, il sole spende il panorama è infinito, ci fermiamo una mezzora abbondante a godercela.
Prossima tappa il Torrione, la via per arrivarci sotto è evidente anche se piena di neve, meno evidente e preoccupante come salirci.
Io, Roberto e Luciano ci siamo stati, ma salendo dal lato opposto e scendendo da questo, sappiamo che il passaggio c’e’, non sappiamo se la neve ed il ghiaccio lo permetteranno.
C’e’ un secondo aspetto, c’e’ una paretina di roccia da risalire, piuttosto verticale, ma assicurata con qualche metro di provvidenziale corda, speriamo non sia sotto la neve, ma questo lo scopriremo solo in loco.
Calziamo i ramponcini, scendiamo pochi metri dalla Fojorina e ci dirigiamo seguendo il costone.
Il lato N/O è sempre innevato e spesso ghiacciato, il lato S/E è in pieno sole e pulito.
Arriviamo sotto la torre principale, la corda è pulita e finalmente assicurata alla roccia, in passato era legata alla base di un pino mugo che onestamente non sembrava poter reggere a lungo.
Uno alla volta risaliamo quei pochi metri di roccia, niente di che ma la corda serve, non ci sono sempre gli appigli.
Arrivati sopra ricalziamo i ramponcini per aggirare a O la torre rocciosa e risalirla più o meno al centro, si trovano bolli bianco-rossi sulle pietre.
Anche il tratto che adduce alla cima è ghiacciato, bene avere i ramponcini, ma attenzione al massimo, scivolare non sarebbe simpatico.
In cima grandi panorami, sotto di noi a picco (ma veramente a picco) la Val Solda che scende appoggiandosi al Ceresio.
Anche qui 15min di sosta e foto a trecentosessanta gradi.
Scendiamo con il doppio dell’attenzione aggirando il ghiaccio spesso e vivo, anche la calata con la corda non presenta difficoltà, ma sempre meglio non scivolare …
Torniamo sotto la Fojorina, Q1800, e scendiamo fino alla palina Q1650.
Il sentiero è segnato e bollato, ma completamente invaso dalla neve, ma non c’e’ alcun segno di passaggio, saremo i primi per il Passo del Regagno.
E’ un traverso che tiene quota, non ci sono problemi anche se ripido, sotto c’e’ parecchio pino mugo.
Alle 11:55 siamo al Passo del Regagno Q1656, sotto di noi si sviluppa la Valle di Fojorina, e la discesa si presenta molto ripida ma completamente libera e pulita, siamo in pieno sole ed esposti a S.
Il sentiero è ben marcato e serpeggia, poi si porta sotto il Regagno, si potrebbe salirci, ma preferiamo gustarci la giornata ed il pranzo all’ Alpe Fiorina come da programma.
Alle 12:30 puntualissimi siamo all’ Alpe Fiorina, due baite in legno in una radura prativa a 1350mt, fondamentali panche e tavoli e soprattutto una magnifica fontana.
Ci accampiamo per pranzare in totale relax, stupendo il luogo, non ci sono i grandi panorami verso il lago, ma siamo incassati in una gola circondati da torrioni rocciosi calcarei, siamo in pieno sole e ce la godiamo alla grande.
Tempo di permanenza previsto 1:30
Dopo i panini e la frutta, PRE-festeggiamo in anticipo di 3gg il compleanno di Roberto, una scusa per festaggiare la troviamo sempre, e questa volta sono l’ennesimo giro-di-boa del nostro Roby/Eze/Alp.
Panettone (degli alpini però) e prosecco, infine caffè e le nostre classiche correzioni.
Un pò di foto, anche all’ ambiente, e ci prepariamo per tornare, mancano circa 4Km, che stimiamo in 1:30
Anche l’ambiente del ritorno devo dire che soddisfa tutti, faggete enormi, sentiero bollato bene di vernice, unica rottura tantissime foglie di faggio che in alcuni tratti superano il mezzo-metro.
Altra cosa da segnalare, ovunque fioriscono primule gialle e una quantità esagerata di ellebore in fioritura, nei vari colori verde, bianca e viola, spettacolare veramente.
Seguiamo i sentiero 3-barrato verso Seghebbia, ignorando le indicazioni per Dasio, e l’ Alpe Riccola ed il Passo Stretto.
Si tiene quota, poi si risale alla larga bocchetta prativa di Pralungo, dove si abbandona la Val Solda per tornare in Val Rezzo.
Scendiamo tenenedo la sinistra alla Alpe Pramarzio, attraversiamo il prato in direzione Seghebbia, proprio di fronte a noi, ma più in alto. Nel prato il sentiero si perde, ma con logica si arriva a ritrovarlo che scende verso il torrente, lo attraversa su un ponticello di legno a Q1040, da qui si risale, e devo confessare faticosamente, fino ai 1100 metri del cimitero di Seghebbia, e su strada in 5minuti alla piazzetta dove abbiamo parcheggiato.
Nonostanete le due cime mi erano note, anche a Roberto e Barba, il giro ci è piaciuto, la salita al Torrione con neve e ghiaccio ha deto quel “peperoncino” alla giornata, coronata dalla bella sosta all’ Alpe.
Tutto ben riuscito, e per me anche un positivo risultato dopo la defaiance dell’ultima ciaspolata.
Informazioni Utili:
Sito ERSAF Lombardia Val Solda
Cartina con sentieri escursionistici della Val Solda e Val Rezzo
Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi
(Cesare Pavese)
La vita è così breve che non c’è tempo per litigi, per il rancore e per la guerra. C’è solamente il tempo per amare e dura solamente un istante.
(Mark Twain)
ESC 383 | Ciaspolata al Forcolette dell’Allegria di Malè
/in ESCURSIONI CON CIASPOLE, ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI IN MONTAGNA, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCiaspolata alle Forcolette dell’Allegria Q1546
21 Febbraio 2021 – ( 383 )
Parcheggio Strada Cusino-Malè Q990 – Malè Q1156 – Forcolette dell’Allegria Q1546 – Sopra Alpe Logone Q1200 – Area parcheggio Malè Q1180 – Santuario Madonna della Salute Q1201 – Parcheggio
PARTENZA | Parcheggio lungo la strada Cusino-Malè (CO) | 990mt |
KM ANDATA | 2,7 km alla cima 4,7 km al pranzo | 02:05 di orologio, 01:55 nette, 10m soste alla cima 03:30 di orologio, 03:00 nette, 30m di soste al pranzo |
KM RITORNO | 1,5 Km | 1:10 di orologio, 01:05 nette, 5m di sosta |
KM TOTALI | 6,4 Km | 5h:45m totali, 3:30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 575 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 600 mt | Altudine massima 1564 mt |
DIFFICOLTA' | WT2 | Sentieri visibili non in cresta Non è stato possibile proseguire verso il Pizzone |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 3 | Giorgio, Barba, Roberto |
Come arrivare
Bisogna raggiungere Cusino in Val Cavarga, salendo da Porlezza o da Menaggio, in direzione Carlazzo, A Carlazzo seguire per Cusino, entrando in Val Cavargna. A Cusino poco dopo un semaforo, c’e’ una stretta strada verso destra, indicazioni per Madonna della Salute. La strada si inerpica molto stretta sopra il paese e non viene pulita in inverno, quindi ci si ferma dove si può. Da notare che i tornanti sono molto stretti, e pochissimi slarghi se si incontra qualcuno. Noi abbiamo parcheggiato nei pressi di una chiesetta con molti ripeditori, poco oltre la strada era completamente ghiacciata e stretta, solo poche Panda 4×4 avevano proseguito ancora un pò. In estate si sale fino ad un parcheggio vicino ad un area giochi per i bambini ed un laghetto
Acqua sul percorso
- Fontana lungo la strada Cusino – Malè
- Varie fontane a Malè, alcune chiuse in inverno
Altri link interessanti
CIASPOLATA ALLE FORCOLETTE DELL’ALLEGRIA
Il nome NON è scherzoso, si chiamano proprio così un gruppo di cimette a ridosso del Pizzone, non avevano waypoint su Hikr, e questo ci rende orgogliosi.
Proseguiamo le nostre esplorazioni “regionali” anzi provinciali.
E’ difficile scegliere scartando le tante mete elevetiche che conosciamo, ma la curiosità aiuta.
Andiamo a visitare una zona completamente sconosciuta, a parte una relazione di [u Poncione] e [u froloccone] non ci sono molte altre relazioni.
Dove ci troviamo? Il luogo di partenza sarebbe Malè, un piccolo e magnifico borgo di case tutte ristrutturate, accessibili solo a piedi, ma con un comodo parcheggio vicino. Su un cucuzzolo la bellisima e panoramica chiesetta del Santuario della Madonna della Salute.
Per meglio localizzare il posto, ci troviamo sul costone SO del Mottone del Rozzo, che separa la Vak Sanagra dalla Vak Cavargna, questo costone scende dai 1500mt circa alla valletta che ospita Malè, e che risale ripida verso il Monte Pidaggia, meta frequentata da alcuni “intenditori” di Hikr, ma con salita dal lato S.
A Cusino, Val Cavargna, si prende la stratta stradina per Malè, non viene pulita d’inverno, quindi arriviamo in auto ad una chiesetta che si trova su un tornante a Q990.
La chiesetta è riempita di ripetitori, facile da distinguere. Si parcheggia al tornante o poco prima, posti molto, limitati.
Proseguendo la strada si infila in valle esposta a N, ancora ben ghiacciata, impossibile andare oltre.
Ciaspole nello zaino risaliamo la stradina, serve un pò di attenzione per il ghiaccio.
Dopo un ponticello, c’e’ un bivio, la strada prosegue e con un lungo percorso sale al parcheggio estivo, mentre un sentierino ripido sale diritto alle prime baite.
Prendiamo questa via, in breve siamo a Malè, tutto tace ma l’ambiente è stupendo.
Tutte le baite sono perfettamente in ordine, c’e’ una piazzetta con fontana al centro, e poco distante svetta il cuccuzzolo con la chiesetta.
Non saliamo alla chiesetta ma puntiamo alle baite più in alto.
A Q1215 c’e’ un bivio, a sinistra c’e’ la sterrata che porta all’Alpe di Rozzo Q1473 e la sua Mutata Q1615 (percorso di Poncione), invece noi puntiamo alla cresta sperando di poterla percorrerla tutta.
Sempre senza ciaspole risaliamo un ripido costone innevato, la neve crostata tiene sufficientemente e siamo a N quindi è abbastanza ghiacciata.
Attorno Q1280 troviamo il sentiero, non bollato ma visibile, in parte sgombro da neve ed in parte con larghe lingue gelate o dove si affonda, a seconda dell’esposizione.
Si sale con un pò di tornante fino alls cresta, attorno Q1480.
Dalla cresta, guardando verso S vediamo distintamente la croce del Monte Pidaggia, era una delle destinazioni possibili per oggi.
Ora siamo proprio a cavallo delle due valli Sanagra e Cavargna, faggeta fitta e ripida a sinistra (lato cavargna) e più rada mista faggio e abete lato Sanagra.
Bello essere in cresta, lo spazio verso E è tutto aperto, con magnifica vista verso Bregagno e Bregagnino, con S.Amate ed il Grona.
Proseguiamo con un pò di sù e giù,la cresta si assottiglia, cominciano i cucuzzoli, siamo sulla cresta delle Forcolette dell’Allegria.
La prima elevazione significativa Q1546 ci porta in posizione dominante, la vista ora spazia a 360°, ma già questa prima cimetta è su cresta molto stretta, proseguiamo per arrivare ad una seconda elevazione a Q1564, e qui la situazione si complica.
La cresta prosegue con una ripidissima discesa, assolutamente sconsigliata con le ciaspole, la qualità della nebe crostata e ghiacciata subito sotto non è portante per questo.
Studiamo alternative, ma sul lato Cavargna è verticale con vegetazione fittissima, sul lato Sanagra meno ripido ma con rocce e non si vede passaggio.
Proviamo a scendere un poco sul lato E, ma non vediamo passaggio, vediamo invece molto bene l’Alpe Erba che si trova proprio sotto di noi.
Togliere le ciaspole non è furbo, si sprofonda e non ci si muove.
E’ prestissimo, sono sole le 09:30, ma l’intenzione è di tornare a casa presto (visto il traffico di domenica scorsa!) e soprattuto “interi”.
Quindi decidiamo assieme di modificare percorso, che prevedeva il minimo alle “Forcolette dell’Allegria” e magari allungare al Pizzone, che abbiamo visto bene dal cucuzzolo e che sembra per niente fattibile con le racchette da questo lato, è una ripida torre rocciosa, che invece si raggiunge facilmente dal lato opposto, salendo dall’ Alpe di Rozzo.
Torniamo sui nostri passi, ed inventiamo un fuori-pista verso l’Alpe Logone e con un largo giro torniamo a Malè per pranzare, arriviamo alle 11:00, quindi relax al sole stupendo in un’area attrezzata a pic-nic, vicino al laghetto ghiacciato dove si trova il parcheggio auto estivo.
Dopo pranzo, visita al Santuario, con vista panoramica su tutte le cime della Val Cavargna, dal Garzirola alla Cima Lunga, il Pizzo di Gino, Pianchette, Tabor, Marnotto e tutti i paesini arroccati sui pendii della Val Cavargna.
Dopo pranzo, in solitaria per un’oretta, poi un gruppo di escursionisti ha preso un altro tavolo lontano da noi, scendiamo seguendo la strada, quindi giro largo, ma così esploriamo meglio tutto.
La discesa all’auto è veloce, teniamo le ciaspole fino a dove c’e’ neve, e tengono bene il ghiaccio e la neve compattata.
All’auto poco dopo le 13:00, ci cambiamo e scendiamo un bar aperto a carlazzo dove gustare un buon caffè.
La mancata vetta più alta non ha ci ha lasciato delusi, abbiamo scoperto una bella zona che sarà sicuramente da rivisitare sia con racchette che in estate.
CIASPOLATA ALLE FORCOLETTE DELL’ ALLEGRIA
PROFILO ALTIMETRICO CIASPOLATA FORCOLETTE DELL’ ALLEGRIA
ESC 363 | Monte Comana Binate Colmegnone
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminMonte Comana Q1215, Monte di Binate Q1279, Monte S.Bernardo Q1351, Colmegnone Q1383
17 Maggio 2020 – ( 363 )
Parcheggio Posa (Schignano) Q840 – Bocolo Q953 – Monte Comana Q1215 – Roccolo del Messo Q1160 – Monte di Binate Q1279 – Monte S.Bernardo Q1348 – Chiesetta S.Bernardo Q1348 (pranzo) – Colmegnone / Poncione di Laglio Q1383 – Rifugio Murelli Q1200 – Sella del Mortirolo Q1290 – Rifugio Binate Q1200 – Colma di Binate Q1150 – Trviglio Q1060 – Posa Q840
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Schignano Loc.Posa (CO) | 840 mt |
KM ANDATA | 8,0 Km | 04:00m lorde / di orologio 03:37 nette / 30min soste |
KM RITORNO | 5,0 Km | 01:35 lorde / di orologio 01:30m nette |
KM TOTALI | 13,0 Km | 06h : 30m lorde / di orologio 05h : 00m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 470 mt assoluto | |
DISLIVELLO RELATIVO | 830 mt relativo | Max altitudine: 1383 mt |
DIFFICOLTA' | T3 | Sentieri ben segnalati |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 5 | Giorgio, Roberto, Gimmy, Paolo, Roberto |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Biasca – Passo del Lucomagno.
Seguire la strada fino al passo.
Si parcheggia nello spiazzo sotto l’ Ospizio del Lucomagno e si prosegue a piedi lungo la sterrata che costeggia il lago
Acqua sul percorso
- Fontana all’ ospizio
- Ruscelli ghiacciati
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Ho pensato per molte settimane come titolare la prima escursione dopo tanto tempo di quarantena, e forse questo lo rappresenta al meglio, anche se i numeri non corrispondono a pieno.
Oggi siamo in cinque e le cime significative sono ben quattro.
Per ricominciare propongo qualcosa in zona, dopo aver verificato che è accessibile dal comune o il comando dei vigili.
Alcune cime sono ben conosciute e già visitate in passato, ma parte dell’ escursione si svolge in aree che nessuno di noi conosce, ed il giro complessivo è un anello.
Altra necessità è fare un pò di fatica per mettersi alla prova dopo tanta inattività, ma anche la possibilità di poter tagliare il giro in base all’affaticamento di chiunque di noi.
Eccoci quindi poco prima delle 8:00 a parcheggiare 3 auto in Località Posa, frazione di Schignano, luogo abbastanza noto perchè qui parte una strada, chiusa al traffico, che porta alla Colma di Binate (la sella a SE del Sasso Gordona), proseguendo fino al Rifugio Binate, ma sempre dalla colma al Rifugio Prabello, sul lato NO del Sasso Gordona.
A dire il vero partiamo poco prima della strada, puntando alla prima cima del giorno il Monte Comana, c’e’ un bel sentiero che lo risale da S, il sentiero delle espressioni, ma a noi piace “farlo strano”, quindi saliamo su stretta carrareccia fino alle baite di Bocolo, una sella tra il Monte Gringo 1082mt ed il Monte Comana, se davamo retta all’Alpino anche questa vetta era sicuramente fattibile.
La traccia che ho preparato e che per vari tratti non segue i sentieri, non prevedeva “il Gringo”. Dalle baite raggiungiamo la cresta ed iniziamo una lunga e faticosa salita su vaga traccia di sentiero verso una anticima e poi il Monte Comana. La fatica è in parte dovuta alla pendenza (non tremenda), ma soprattutto al terreno viscido ma talmente viscido che spesso si fa un passo avanti ed un indietro.
La cima del Monte Comana a 1210mt è un balcone panoramico sul lago, con un pannello con i nomi delle cime visibile (non oggi ci sono nuvole e nebbia ovunque, spariranno solo verso mezzogiorno) ed un tronco abilmente intagliato che rappresenta dei visi.
E’ la prima cima dopo mesi di inattività, è come aprire la finestra sulle nuvole e su nuovi sogni.
Dopo una breve e meritata sosta ripartiamo, questa volta seguiamo un largo sentiero che scende verso l’Alpe Comana con il suo laghetto vicino, ma sbagliamo direzione ingannati dalle bollature e seguiamo verso NO, e proseguendo fino ad una baita a 950mt dove parte il “Sentiero delle Espressioni”.
Qui risaliamo in libera un ripido pratone andando a ricollegarsi allo stesso sentiero in cresta attorno i 1100mt. Passiamo dal Roccolo del Messo 1165mt, alle sue spalle inizia un tiro nel bosco misto faggio-abete che porta al Monte di Binate 1271mt.
Pendenza di tutto rispetto e terreno viscido, è statO sicuramente il tratto più impegnativo.
Arrivo ultimo come sempre, gli amici mi attendono sulla cima, molto anonima, immersa nel bosco e senza alcuna indicazione. Ora con un bel percorso in cresta nel bosco di faggio ci dirigiamo verso il Monte San Bernardo, altra cima anonima tra le piante, senza gloria.
Dal Monte D.Bernardo si scende verso un prato e sempre su prato che costeggia il bosco risaliamo fino alla vicina Chiesetta di S.Bernardo 1348mt, mancano 10min a mezzogiorno.
La posizione è spettacolare, sotto di noi il Rifugio Murelli, pieno di gente, verso E l’Agriturismo S.Bernardo e sopra la cresta e la cima del Colmegnone, anche là tanta gente.
Visto che sono 4 ore che camminiamo e preferiamo mangiare un pò isolati, decidiamo di pranzare alla chiesetta, distribuendoci sulle pietre che affiorano, distanziati fra noi e lontani da assembramenti.
Pranziamo sotto un bel sole, ovviamente non si condivide come in passato, ma ben organizzati con bicchierini da casa possiamo consumare assieme caffè e grappa.
Dopo oltre un’ora e mezza, rimettiamo gli zaini in spalla (che bello !!!), direzione Colmegnone, quarta e ultima vetta odierna.
Discesa verso l’agriturismo, dove incontramo delle mucche scozzesi, simpatiche e si fanno fotografare, tanta gente nelle panche del ristoro, e risaliamo rapidamente verso la vetta, dove incontriamo veramente tanta gente.
Breve sosta al Poncione di Laglio o Colmengnone 1383mt, con la sua grande croce ed i grandi panorami a 360°.
Foto di rito e scendiamo, dove ammiriamo la spendida fioritura delle peonie e di pochi narcisi.
All’agriturismo prendiamo verso sinistra, verso i Murelli, poco sopra svoltiamo a destra per il Binate, tutto su carrareccia quindi facile e quasi tutto in discesa a parte la salita alla bocchetta tra il Mte S.Bernardo e l’Alpe di Carate, ultima fatica della giornata. Ora si scende verso il Rifugio Binate, chiuso ed in decadenza, un peccato, da qui proseguiamo fino alla Colma di Binate dove seguiamo la carrareccia che scende verso Schignano e Posa.
Da segnalare che in tutto il percorso sul lato “lago” e sul lato a confine non c’e’ acqua (a parte l’agriturismo ed il rifugio Murelli se aperti), invece il lato Val d’Intelvi è ricco di ruscelli e fontane.
Arriviamo a Posa in anticipo sul previsto, felici di aver percorso più di 12Km e tra sù e giù ben 1000mt di dislivello, un bell’ allenamento per la ripresa.
ESC 364 | Bocchetta di Mugiogna
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI LAGO DI COMO, ESCURSIONI TICINO /da adminBocchetta di Mugiogna 2060mt
31 Maggio 2020 – ( 364 )
Parcheggio Bivio Alpe Stazzona Q1435 – Ponticello Q1490 – Alpe Stazzona Q1487 – Alpe Mugiogna Q1436 – Alpe Toresella Q1705 – pranzo Q2000 – Bocchetta di Mugiogna Q2060 – Bocchetta di Lago /di Stazzona Q2120 – Mutata della Zoccaccia Q1730 – Alpe Stazzona Q1487 – parcheggio
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio strada S.Jorio bivio Alpe Stazzona (CO) | 1435 mt |
KM ANDATA | 5,3 Km | 03:55m lorde / di orologio 03:40 nette / 15min soste |
KM RITORNO | 5,0 Km | 02:30 lorde / di orologio 02:10m nette |
KM TOTALI | 10,3 Km | 06h : 30m lorde / di orologio 06h : 00m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 650 mt assoluto | |
DISLIVELLO RELATIVO | 950 mt relativo | Max altitudine: 1678 mt |
DIFFICOLTA' | T3+ | Sentieri molto parziali e spesso introvabili |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 4 | Giorgio, Gimmy, Paolo, Angelo |
Come arrivare:
Raggiungere Dongo sul lago di Como e prendere le indicazioni per Germasino, salire al paese di Germasino ad un tornante seguire per il Rifugio Mottafoiada e S.Jorio.
Seguire la strada asfaltata fino a quando diventa sterrata, attorno Q1430 c’e’ una stradina che scende verso destra, indicazioni sulla strada per Alpe Stazzona e sentiero S.Jorio. Parcheggiare e proseguire a piedi lungo questa stradina
Acqua sul percorso
- Fontana Alpe Stazzona
- Numerosi ruscelli lungo il percorso
Link interessanti
Propongo la salita al Toresella, è nei TO-DO da moltissimo tempo.
Non conoscendo bene i passaggi in cresta, Marco ha classificato T5 e II, e l’esposizione decidiamo di farla “più tranquilla”, almeno sulla carta.
L’ idea è di salire dal costone SE, quello seguito da Emanuele, partendo però dalla strada del Giovo, passando dagli alpeggi del Valle di S.Jorio
Partiamo alle 8:00, meteo nuvoloso e nebbia, ma speriamo che come previsione che verso metà mattina migliori.
Arriviamo ad un ponticello vicino all’ Alpe Stazzona, seguendo il sentiero bollato passiamo un ruscello, proseguiamo un direzione NE verso l’ Alpe Mugiogna praticamente in piano.
Il sentiero e le tracce si fanno sempre più labili, le bollature spariscono (ricompaiono ogni tanto, tra l’altro fresche di vernice, su qualche albero) tra larghe distese di ginestre.
Perdiamo la traccia, risaliamo una ventina di metri, e ci troviamo un canalone con un ruscello, senza possibilità di passaggio, proviamo a salire ancora, consultato il gps scendiamo a cercare il passaggio oltre il canalone.
Ritrovato in qualche modo dove passare arriviamo all’ Alpe Mugiogna.
Consultata la cartina decidiamo di non seguire il sentiero (o quello che si intravvede) verso l’Alpe Medè, perdendo 110mt di quota, ma partiamo diritti in verticale dietro l’alpe, con l’intenzione di intercettare un sentiero a Q1700.
Sarà il motto del giorno:
“Da che parte andiamo?”
“Sù dritti !”
Ginocchia in bocca su un ripido versante erboso, seguendo le forme del costone.
Alle 10:20 raggiungiamo una parvenza di sentiero che in breve ci porta all’ Alpe Toresella (tutti gli alpeggi di oggi non sono caricati e non c’e’ segno di presenza umana).
Appena dietro la baita saliamo seguendo sempre vaghe tracce saliamo fino a Q1830, passiamo il ruscello che fornisce l’acqua all’Alpe Toresella e proseguiamo.
Facciamo un punto della situazione, tutti questi fuori pista verticali hanno fatto perdere tempo, e peggio di tutto non c’e’ stato un attimo di visibilità, sempre nuvole e nebbia fitta, a volte ben sotto i 10mt, impossibile capire la direzione o trovare tracce, fortunatamente c’e’ il GPS che ci orienta, oggi senza strumento sarebbe veramente triste.
E’ chiaro che è tardi, sfuma la vetta, ci arriveremo troppo tardi e la strada del lago al ritorno sarebbe trafficata.
Breve consulto fra noi, tornare dalla stessa via è poco furbo, troppo verticale e su pratone e paglia, quindi … beh il motto dice
SU DRITTI !
Andiamo alla disperata ricerca del sentiero che scende dalla Bocchetta di Mugiogna, non si vede nulla almeno dove il gps dice che dovrebbe essere, quindi via in verticale seguendo i costoni e cercando il meno ripido, anche se più ci alziamo e più la pendenza diventa accentuata, a volte ci si aiuta anche con le mani.
Pochi minuti a mezzogiorno chiedo timeout, siamo a Q2000 su pendio ripido ma ho bisogno di fermarmi, quindi pausa pranzo puntellati per non fare cadere a valle zaino e contenuti.
Pranzo nella nebbia totale, quindi dopo un’oretta di riposo riprendiamo il cammino, la visibilità si aperta e notiamo sotto di noi tracce del sentiero che cercavamo, invece di scendere (bruttarello) SU’ DRITTI …. e lo riprendiamo appena possibile, è una zona piena di canali verticali che non si superano facilmente.
Con grande soddisfazione arriviamo alla Bocchetta di Mugiogna, dove finalmente abbiamo un pò di visibilità, almeno sul lato svizzero.
Sotto di noi i bellissimi laghetti della Boga o di Roggio, ancora innevati con gran parte del lato Elvetico.
Verso il lago squarci di visuale che durano attimi. Dopo una bella sosta in bocchetta dove finalmente abbiamo un pò di panorama, seguiamo il percorso in cresta verso la bocchetta di Lago.
La nostra intenzione non è tornare al S.Jorio e poi al Giovo per scendere al parcheggio, sarebbe un giro troppo lungo, quindi arrivati alla bocchetta di Lago, guardiamo già, oltre 600mt sotto di noi c’e’ l’Alpe Stazzona, ovviamente non c’è sentiero (a parte tracce che corrono in orizzontale) quindi scendiamo, stavolta GIU’ DRITTI, cercando la via migliore tra costoni, canali e qualche roccia.
Passiamo dall’ Avert di Stazzona Q1734, proseguiamo sempre su ripidi versanti fino all’Alpe Stazzona dove riprendiamo la sterrata che ci riporta al parcheggio lungo la strada da Garzeno al Giovo, a Q1430.
Vetta mancata, ci riproveremo di nuovo sicuramente, forse in cresta o forse dai laghetti.
In conclusione un bel esercizio fisico, in una zona molto-MOLTO wild, dove purtroppo la sentieristica è praticamente inesistente, anche se sulle mappe si trova ancora.
L’unico parzialemente visibile è quello basso per Alpe Medè, ma in mattinata abbiamo perso per un tratto anche quello.
ESC 365 | Cima Verta Cima Valletta Monte Stabiello
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCima Verta 2078mt Cima Valletta 2130mt Monte Stabiello 2116mt
14 Giugno 2020 – ( 365 )
Parcheggio Vegna Q1201 – Monti di Pianca Q1353 – Alpe Stabiello Q1704 – Bocchetta della Tappa Q1994 – Motto della Tappa / Cima Verta Q2078 – Bocchetta della Tappa Q1994 – Mottone della Tappa / Cima della Valletta Q2130 (pranzo) – Bocchetta di Stabiello Q2045 – Monte Stabiello Q2116 – Vegna Q1201
PARTENZA ARRIVO | Parcheggio Vegna Val Cavargna (CO) | 1201 mt |
KM ANDATA | 7,6 Km | 04:10m lorde / di orologio 03:40 nette / 30min soste |
KM RITORNO | 5,0 Km | 02:20m lorde / di orologio 02:15m nette / 5m soste |
KM TOTALI | 12,6 Km | 08h : 00m lorde / di orologio 06h : 00m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 1000 mt assoluto | |
DISLIVELLO RELATIVO | 1300 mt relativo | Max altitudine: 1678 mt |
DIFFICOLTA' | T3 / I | Sentieri segnalati tranne un tratto dalla bocchetta di Stabiello a Vegna |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona , scarsa sul lato italiano del Motto della Tappa |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 4 | Giorgio, Roberto, Gimmy, Paolo |
Come arrivare:
Raggiungere Porlezza da Como via Menaggio oppure via Val d’Intelvio o da Lugano. A Porlezza prendere le indicazioni per la Val Rezzo, risalire la strada piuttosto stretta fino al passo della Cava, quindi scendere in Val Cavargna, al primo bivio prendere a sinistra, salire a Cavargna e proseguire fino a Finsuè dove la strada finisce in un ampio piazzale con parcheggio.
Si prosegue a piedi lungo la strada asfaltata nel paese, in direzione della chiesetta, per poi imboccare il sentiero della “Via del Ferro”
Acqua sul percorso
- Fontana al parcheggio
- Molti ruscelli lungo il percorso
Link interessanti
Una bella giornata in montagna, niente pioggia (anche se annunciata nella mattinata) ed anche un pò di sole, soprattuto un gran vento, che sicuramente ha recato fastidio ma ci ha regalato grandi panorami che ci mancavano da un pò.
Propongo una gita fatta nel 2008, solo io e Paolo, ma con qualche allungo.
Partenza da Finsuè/Vegna in Val Cavargna Q1200, conosciamo abbastanza bene la zona, ed imbocchiamo subito la nota via del Ferro, che collega Italia e Svizzera tra Val Cavargna – Val Albagno e la Val Morobbia.
Sentieri ben marcati e puliti, passiamo dai Monti Pianca, poi dall’ Alpe Stabbiello, quindi dalla Bocchetta della Tappa Q1939 e da qui saliamo agevolmente al Motto della Tappa o Cima Verta 2078mt.
La sosta è breve, un pò di foto verso il San Jorio, il sottostante Rifugio Sommafiume, la bella Valle Albagno, La Valletta laterale della Val Morobbia.
Tutto molto bello, ma il vento soffia troppo forte per una sosta più lunga, quindi foto e via.
Scendiamo di nuovo alla bocchetta Q1993 stavolta tenendo la cresta, arriviamo al cippo di confine e risaliamo verso la Cima della Valletta o Mottone della Tappa.
Da segnalare che poco sopra il cippo c’e’ un passaggino semplice di I dove bisogna aiutarsi un poco con le mani per superare una placca, il passaggio è bollato e non presenta difficoltà o esposizione.
Superato questo ostacolo ci aspetta un bel tiro tutto su prato e rododendri, su traccia di sentiero che segue la cresta di confine.
Noi per mitigare il vento forte che viene da N, ci spostiamo sul lato della Val Cavargna.
Giunti alla Cima della Valletta o Mottone della Tappa praticamente a mezzogiorno, e dopo quasi 8Km e ben più di 1100mt di dislivello, direi che è il momento per fare la pausa pranzo, quindi sostiamo protetti dal vento con vista sulla valle, e sullo sfondo il nostro lago, da Bellagio giù fino a Lecco.
Di fronte a noi la bella mole del Pizzo di Gino, che con i suoi 2245mt è la vetta più lata della Val Cavargna e della confinante Valle Albano, ma anche il Legnone e le Grigne.
Ce la prendiamo comoda, finalmente panorami ed anche un pò di sole.
Dopo un’ora e mezza proseguiamo verso la terza ed ultima vetta, il Monte Stabiello.
Quindi discesa di quasi 100mt fino alla Bocchetta di Stabiello Q2043, e risalita alla due cime praticamente alla stessa altitudine di 2114.
Foto ricordo esposti al vento (niente cavalletto per la fotocamera, volerebbe via), e scendiamo verso SO, direzione Cima della Segonaia, scesi in bocchetta Q2020 abbandoniamo il sentiero e la cresta per … un pò di ravagnage.
Con l’idea di fare un anello completo ed evitare sentieri già percorsi in passato, scendiamo su ripido versante del Vallone, senza sentiero.
Il ravano è nel nostro dna, un pò di fuoripista lo si deve fare sempre.
Il versante S del Monte Stabiello è molto ripido, ma spostarsi ancora più a sud è complicato per alcuni valloni rocciosi, quindi … GIU’ DRITTO
o quasi cercando il percorso migliore tra parti e ruscelli.
L’idea, studiata dall’alto, è di raggiungere il ruscello principale (quello del ponte della mattina), attorno Q1500/1550 e seguire uno dei vari sentieri o tracce che conducono al Monte Lungo (se ne vedono diversi a diverse altezze, quindi scendere a Vegna dall’ alto.
Arriviamo prima sul costone dei Monti di Pianca, attraversiamo fino ai Monti di Barè dove troviamo un ottima fontana, quindi scendiamo al parcheggio.
Un bel giro, sufficientemente impegnativo e ricco di panorami.
Sentieri principali ottimi (Via del Ferro) ed anche quelli in cresta, anche se poco frequentati, ma questo per noi è sicuramente molto positivo.

ESC 370 | Cima di Föpp
/in ESCURSIONI DI GIROVAGANDO, ESCURSIONI LAGO DI COMO /da adminCima di Föpp 2254mt
26 Luglio 2020 – ( 370 )
Rifugio Alpe Föpp Q1830 – Paravalanghe – Baracca Paravalanghe Q2066 – Sentierino in Val di Nedro – Föpp Q2254 – ritorno al rifugio
PARTENZA | Rifugio Alpe Fopp (CH) | 1830 mt |
KM ANDATA | 1,2 Km | 01:45m lorde / di orologio 01:25m nette (errore in salita) |
KM RITORNO | 1,2 Km | 01:00 lorde / di orologio 01:00m nette |
KM TOTALI | 2,4 Km | 03h:20m lorde / di orologio 02h:30m di cammino |
DISLIVELLO ASSOLUTO | 410 mt | |
DISLIVELLO RELATIVO | 450 mt | Max altitudine: 2254 mt |
DIFFICOLTA' | T4 / I | Sentieri segnati fino ai paravalanghe, per la cima tracce difficili da trovare |
COPERTURA CELLULARE | SI | Buona su tutto il percorso |
LIBRO DI VETTA O CAPANNA | NO | |
PARTECIPANTI | 5 | Giorgio, Gimmy, Paolo, Roberto, Francesco |
Come arrivare:
Autostrada per il Gottardo, uscire a Biasca e seguire la Cantonale verso N.
Poco prima di Giornico sulla sinistra c’e’ una strada con l’indicazione per Zona Industriale.
Percorrere questa strada fino ad un primo bivio, vicino alle acciaierie, prendere a destra e proseguire. Appena la strada tende a salire un poco, prendere a sinistra una stretta strada che passa sotto l’autostrada.
Si esce sul lato opposto a destra ci sono delle case, si svolta subito a sinistra e si parcheggia sotto delle piante. Si notano delle baite piuttosto in rovina ed una fontana utilissima per rinfrescarsi.
Ci sono subito le indicazioni con le classiche frecce gialle dei sentieri.
Queste indicazioni sono fino all’ Alpe Fopp, punto di partenza ed arrivo di questa escursione.
Acqua sul percorso
- Fontana al parcheggio auto alla partenza per il rifugio
- Acqua in rifugio alla partenza (non c’e’ acqua su percorso per la cima)
Link interessanti
Eccoci al secondo giorno della nostra 2 giorni al rifugio Fopp.
Il desiderio di tutti è di fare una cima, anche se “il grosso” dell’escursione lo abbiamo fatto ieri con i +1500mt di dislivello, e che ovviamente ci toccano oggi in discesa dopo pranzo.
Chi ha frequentato un pò queste valli, la Val Cramosino, la Val Nedro, la Val Marcri, sa bene che sono valli relativamente corte e chiuse, “sbattono” violentemente contro i fianchi delle tante cime che le racchiudono, con versanti veramente ripidi, quasi tutte le cime che dividono la Leventina dalla Verzasca sono agibili solo dal lato verzasghese, a meno di avere abilità alpinistiche di un certo livello.
Quindi sentieri per le cime praticamente zero, i sentieri percorrono su più livelli le valli richiudendosi sui due lati e toccando gli alpeggi alle varie altitudini.
Inoltre i fianchi sono sempre ripidi, se non ripidissimi.
Considerata anche la discesa all’auto nel pomeriggio ed i tempi necessari per cucinare e riassettare, pensiamo a qualcosa di “easy” o che pensiamo … “easy”.
Sveglia alle 06.00, poi colazione ed alle 7.00 usciamo, il cielo non è bello come ieri, c’e’ un pò di nuvolaglia e le previsioni indicano qualche pioggerella nel pomeriggio.
Seguiamo il sentiero che prosegue in salita sopra il rifugio, sempre ben visibile e senza preoccupazioni, giungiamo ad un ripiano erboso e poi ad uno successivo, raggiungiamo infine le barriere paravalanghe (l’opera su cui stanno lavorando le persone che normalmente “abitano” il rifugio).
Proseguiamo su largo sentiero (ruspetta?) fino ad arrivare alla baracca rossa di servizio Q2060.
Da qui la faccenda cambia, davanti a noi una cresta fatta di grandi blocchi, iniziamo a salirli cercando la via migliore e facendo attenzione alle buche tra i massi.
Arriviamo a Q2144 e qualcosa non torna, il percorso si fa sempre più impervio ed i blocchi sempre più grandi, la sensazione è che da un momento all’altro non passiamo più.
Con grande fortuna, un amico di Paolo è in Afata (che è proprio di fronte a noi, sull’altro lato della Val Cramosina) e ha visto 5 disperati in cresta, capito che non sono camosci (e sapendo che siamo al Fopp) telefona a Paolo dicendo che abbiamo sbagliato completamente percorso, d’altra parte non c’e’ sentiero quindi siamo andati “a naso”.
Ci dice che a sinistra della baracca c’e’ un sentiero che sale in Val di Nedro, o meglio una vaga traccia di sentiero, e che per salire al Fopp bisogna aggirarlo da dietro.
Scendiamo un ripidissimo prato fino ad incrociare la traccia o possibile traccia (-60m), la seguiamo, aggira il costone SE del Fopp si porta sotto la cresta SO.
Ora è tutto prato ma con pendenze elevate, salire si sale ma scendere?
Arriviamo in cresta ed ancora la croce di vetta non si vede, proseguiamo lungo la cresta verso valle, c’e’ un salto di 10m, torniamo di poco indietro scendiamo e seguendo la roccia arriviamo finalmente alla croce.
Il meteo ci concede poco, tante nuvole ma la vista è notevole in tutte le direzioni.
Possiamo ammirare bene tutta la val Cramosina chiusa da pareti verticali del Pizzo Cramosina, del Madom Gross, del Pizzo di Mezzodì.
Ma anche tutta la Val Nedro, chiusa tra il Cramosina, la Cima di Nedro ed il Basal.
Il Val Nedro si riescono a vedere i lavori di ristrutturazione dell’Alpe di Nedro … un pensierino si può fare quando sarà terminata.
Ci fermiamo quasi 40min, foto ricordo singole e di gruppo e poi “proviamo a scendere”.
E’ ripido e tanto, ma con calma e vari passaggi con il posteriore scendiamo all’altezza della traccia di sentiero, ci aiutano deglio ometti che abbiamo fatto salendo per facilitare la ricerca.
Ritrovata la traccia torniamo facilmente alla baracca, anzi per l’esattezza al tornate prima della baracca, e da qui ancora più facilmente al rifugio.
L’altitudine è modesta 2253mt ma siamo comunque soddisfatti, non è stato così facile come ìsi pensava, forse la presenza di una sola visita (l’esploratore Zaza) doveva pur voler dire qualcosa.
Al rifugio lo Chef Gimmy ci delizia con un risotto giallo, salsiccia con qualche gialletto (finferli,gallinacci) raccolti il giorno prima salendo al rifugio.
Ottimo e abbondante (qualcuno ha fatto il tris). Pulizie approfondite, disinfettato le superfici con la candeggina, pagamenti e prepariamo gli zaini per il ritorno.
Gli zaini sono meno pesanti dell’andata ma comunque pesanti, le bottiglie anche vuote pesano :-).
Però siamo in anticipo sulla tabella di marcia, abbiamo pranzato alle 11:45, quindi si scende con calma, in fin dei conti abbiamo sempre 1500mt di dislivello da perdere …
Tappa di nuovo a Pozzou, alla stessa baita dell’andata dove sappiamo trovare la fontana con acqua.
Poco prima di Busan, Paolo trova due cortecce di un larice abbattuto e se le carica nello zaino (circa 11Kg).
Dopo la pausa a Pozzou, scendiamo sempre tranquilli verso Catto, poi la Madonnina e la discesa finale a Giornico-fontanelle.
Al parcheggio piedi in ammollo nella fontana, e via a casa.
Di eventi 2-giorni ne abbiamo un pò nel nostro album, alcune si ricordano per le belle giornate, alcune per la vetta più bella, alcune per quella più alta, questa sicuramente per il rifugio 4 stelle e l’ambiente unico.
Il tutto deve essere “condito” dalla giusta compagnia, con cui si condividono gioie, fatiche, piccoli pericoli e l’adrenalina per superarli.

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